“Guardando le opere di Rodolfo Pantaleoni, mi sono tornati in mente alcuni versi di Paul Eluard, che nella poesia intitolata “Il lavoro del pittore” scrisse:

... L’arte potrebbe essere smorfia
Tu la riduci ad essere una porta
Aperta per la quale entra la vita ….

Ebbene, la quotidianità, con la sua forza espressiva e la veridicità delle emozioni, emerge anche dalle tele di Pantaleoni, intrise d’afflato lirico. La pittura di Rodolfo Pantaleoni ha una mirabile capacità evocativa: le immagini che egli propone sembrano tracce della memoria, del vissuto partecipato.
Tracce impresse nell’orchestrazione dei pigmenti, intessute con le velature cromatiche, dissolte nelle sfumature compositive e negli inserti oggettuali, imbrigliate nella sintassi pittorica e nelle sapienti soluzioni formali.  Guardare un quadro è un’esperienza degna di essere vissuta, che rende significativo un momento della nostra esistenza.”

Francesco Santaniello, 2008


“… affacciarsi alla vita dell’anima, varcando le soglie dell’attrattiva formale e pittorica, tuttavia lievitata attraverso le luci in un clima nel quale la materia ha perduto il suo peso a vantaggio della poesia.”

Valerio Mariani, 1982


“Le rare volte che sono entrato nello studio di mio padre, da bambino, sono stato colpito da un’ atmosfera quasi mistica. L’odore di colori ad olio, misto alla luce soffusa della lampada da tavolo, mi faceva sentire un privilegiato apprendista di arti segrete, nascoste ai più, arti custodite da anni in quel rifugio solitario, arti che potevano essere svelate solo ai più coraggiosi, coloro i quali fossero riusciti ad accattivarsi la benevolenza del custode di quei segreti, e che fossero disposti ad accogliere i suoi insegnamenti.
Quasi fosse la cripta di una antica chiesa, lo studio mi appariva sacro. In mezzo alla stanza regnava un pesante cavalletto, quasi fosse un altare, davanti al quale mio padre era immerso nei suoi rituali, rapito dalla tela che stava dipingendo.

Oggi, quando mi trovo di fronte a un suo quadro, non posso fare a meno di tornare per un attimo bambino e immaginare mio padre al lavoro nel suo studio, in un’ atmosfera fuori dal tempo, dedito alla passione più grande della sua vita.”

Mauro Pantaleoni


“… Pantaleoni può, in verità, sintetizzare l’elemento realistico in una forma tanto scarna e spoglia da poter sembrare emblematica, sicché le sue opere finiscono con il diventare autentiche trame di una presenza che sembra prender corpo dalla densità dell’aria ma che in realtà è legata ad una sorta di censura, di una invadenza psicologica, prima intuita alle soglie quiete dello spirito, e poi filtrata, soppesata e trasposta in termini di colore essenziale.

Allora lo spazio diventa duplice, snodandosi sul filo nitido di una precisa coscienza artistica: esterno come dimensione in cui si proietta consolidandosi strutturalmente, e interno come dimensione dello spirito che registra ogni impulso non soltanto immediato ed immaginario.”

Giovanni  Cappuzzo, 1982


“… una pittura piena ed estremamente colta, che converte e traduce in raffinatezza ciò che al nostro sguardo, spesso distratto e rapito dalle apparenze, continuamente sfugge.”

Francesco Pullia, 2006


“Rodolfo Pantaleoni, pittore di lunga esperienza, ha raggiunto quel traguardo unico che trascina il reale ad accostarsi, e non solo emotivamente, al miracolo dell’immaginario. La realtà è goduta o sofferta in un buio-luce che rivela il tempo improvviso e rapido della vita, che offrendosi con cauto orgoglio rivela il suo “sentire” profondo che conduce l’immaginario a coesistere con il reale; è qui il “miracolo” dell’arte: essa costringe dolcemente a raccontare di sé senza parole.”

V. Carnevali, 2008


“… Ciò che attrae in modo nuovo è dunque la modalità di una pittura che ci restituisce immagini reali, filtrate attraverso un palpito che ne coglie l’essenza, superandone la casualità, in un clima nel quale anche gli aspetti dell’astrattismo e della nuova figurazione sono densi significati poeticamente umani.”

Valerio Mariani, 1975


“Rodolfo Pantaleoni è il pittore del “frammento”: angoli di una città dimenticata riemergono dall’oblio dei secoli per imporsi – con il loro carico di poesia – alla sensibilità dell’uomo d’oggi. Balconi antichi di una Terni che non esiste più se non nella memoria, diventano pretesto d’arte, con il oro supporti di ferro morsi dalla ruggine ed i muri ad intonaco segnati dalla frusta di pioggia e vento, freddo e caldo: susseguirsi di stagioni che si stampano sulle cose e che la sensibilità del pittore coglie in un gioco d’arte dove l’informe della materia e la forma del soggetto magicamente convivono.”

Paolo Cicchini, 2000”


“… Nel prosieguo della sua attività artistica, la pittura di Pantaleoni acquista una dimensione sempre più definita, con figure reali e al tempo stesso intuite,  con forme che sembrano proporre atmosfere rarefatte in una dimensione ovattata ed espressa con toni cromatici che fanno sempre intuire la forza del fatto grafico con ripetuti segni calligrafici.”

  Mino Valeri,  2006


“La materia di questa pittura, che sembra amalgamata e intrisa di misteriose crittografie, prende senso da rispecchi figurativi che fanno fede di una personalità di artista ancor geloso di questi valori poetici che non possono andare perduti.”

 Ilario Ciaurro


“Ci vuol poco a capire che siamo di fronte ad un eccellente disegnatore dotato cromosomicamente e quindi naturalmente pittore.”

Felice Fatati


“Si, Rodolfo Pantaleoni, bravissimo nel descrivere l’essenza della preghiera papale, riesce a farsi con-creatore con Dio nel disegnare sul nulla, con tecnica e mano elegante, la tradizione pittorica e accademica dell’arte italiana. Si, è riuscito a “farsi segno della potenza di Dio” che crea dal nulla.”

Don Fabio Leonardis
dal catalogo della mostra “Pasqua degli artisti” (2004)

Utenti connessi